Questo articolo è scritto dalla pagina Facebook “Consigli per La Visione” con cui collaboriamo e che vi invito a seguire.
Momento d’oro per Ryan Murphy, capace di spodestarsi da solo dal trono delle serie più viste su Netflix, grazie a questo “The watcher” che supera “Dahmer”. “The watcher” è una serie apparentemente più vicina all’estetica e alle abitudini narrative del “nostro” Murphy. Eppure, conserva un rigore maggiore e una capacità di allontanarsi dall’esasperazione e dal kitsch che talvolta caratterizzano le sue serie.
Penso ad “American horror story” in particolare, a “Ratched”, e anche altro. Anche se magari chi ha visto solo “Dahmer”, pensa a uno showrunner asettico, lucido, distaccato…naaaaa, mai errore potrebbe essere più grande signore e signori della corte.
Ma veniamo a “The watcher”, miniserie ispirata ad una storia realmente accaduta che gira intorno all’amore\ossessione per una grande casa in mezzo agli inferi residenziali, vicini inquietanti, passanti mefistofelici, e così via.
Cast di stelle, Bobby Cannavale, Naomi Watts, Mia Farrow, Margo Martindale, Jennifer Coolidge e un esercito di volti noti. Quindi, aspettative alte e direi tutto sommato rispettate, nonostante qualche lungaggine ed episodi non sempre riuscitissimi, con una parte centrale farraginosa per svolgimento ed evoluzione. Rapporti che mutano nel giro di cinque minuti, capovolgimenti di fronte improvvisi e non sempre coerenti, rivelazioni nell’arco di un nanosecondo, e in sostanza una netta sensazione di storia irrisolta e piaciona.
Attenzione, non è brutta e anzi, si lascia guardare con piacere ed è un buonissimo intrattenimento, se resistiamo alla recitazione sopra le righe di Cannavale che si lascia prendere dall’ansia e dalle urla anche quando dice “buongiorno”.
L’importante è non avere aspettative troppo “oltre”, perché al netto della popolarità attuale, argomento che lascia il tempo che trova, non è e non sarà mai una serie straordinaria e\o indimenticabile.
