Questo articolo è scritto dalla pagina Facebook “Consigli per La Visione” con cui collaboriamo e che vi invito a seguire.
Slogan: “Siete pronti a vivere la vita che meritate?”. Parole e musica dell’azienda benefattrice nota come Victory.
Contesto: anni ’50, una piccola comunità nel deserto, una vita idilliaca con colori da cartolina, nella quale ogni gesto, ogni movimento, è sempre uguale e sincronizzato famiglia per famiglia, con brava mogliettina che prepara la colazione e saluta il marito, che nel frattempo in macchina si accinge ad andare a lavoro. Benvenuti nella vostra personale oasi di perfezione. Vero, no?
Eppure c’è qualcosa che ultimamente scuote questa vita invidiabile. Comportamenti anomali da parte di una delle signore in particolare. Una delle amiche della nostra protagonista Alice, la quale, pian piano, inizia ad avere visioni e porsi delle domande, tra appetiti sessuali e lezioni di ballo, sempre uguali.
Cosa accade nella comunità idealizzata di Victory? Perché qualcuno chiede aiuto? E cosa c’è oltre i confini del deserto? Domande che la nostra Alice inizia pericolosamente a farsi, e sembra non gradire più questo “regno” totalitario guidato da una sorta di santone e che sembra nascondere una realtà ben più complessa e stratificata, dalla quale vuole improvvisamente “evadere”?
Vi dirò, ero parecchio curioso riguardo “Don’t worry Darling”, seconda regia dell’attrice Olivia Wilde. Sarà perché è stato preceduto da un clamore mediatico non indifferente, da gossip vari: la situazione sentimentale tra il protagonista Harry Styles e la regista Wilde, i contrasti con la protagonista, e il licenziamento o l’addio di Shia LaBeouf. Tante chiacchiere. Ma anche, soprattutto, una trama intrigante, non originale, che richiamava alla memoria The Truman Show e Matrix.
Eh si, perché oltre alla facciata di commedia romantica anni ’50, il film prende una piega inaspettata (?) verso lo sci-fi vero e proprio. Come detto, non originale…ma funzionale. Perché Don’t worry Darling ha tutti gli elementi al posto giusto, per così dire. Sceneggiatura e messa in scena efficace. Una regia abile a sostenere l’aspetto formale e sostanziale della storia. Fotografia, costumi, scenografia estremamente apprezzabili. Bravi gli attori, in particolare la sempre più lanciata Florence Pugh.
Quello che rappresenta un valore aggiunto ideologico e non solo, è la capacità di saper cogliere lo spirito dei nostri tempi senza bisogno di forzare e\o sbandierare le intenzioni. Parliamo di mascolinità dominante e tossica, che impone alle donne una visione senza libertà di scelta in nessun ambito. Donna vista come strumento esclusivo della felicità, reale o irreale poco importa, del maschio. In questo, “Don’t worry Darling” convince e incentra la propria narrazione, inserendo il tutto in una storia capace di mantenere alta la soglia d’attenzione dello spettatore.
Don’t worry Darling è disponibile su Apple TV.